Capitolo 3 - Dopo la prima guerra mondiale
3.7 I lavori di ampliamento della Scuola (1930-1931)
Dopo il gran parlare che s’era fatto dal 1925 in poi, dell’esigenza di ampliare i locali scolastici, di sistemare i servizi, di chiedere al comune di eseguire questi lavori che diventavano sempre più urgenti per il futuro della scuola, il presidente Garizzo prese la decisione di iniziare i lavori, che rese nota al direttivo solo a grandi linee, senza dare precise indicazioni sulle entrate e sulle spese previste.
Fu una decisione corretta? Non pare proprio che si possa definire così… la procedura fu sicuramente disinvolta e le motivazioni addotte troppo semplicistiche. Nessuno comunque ebbe il minimo dubbio sul comportamento del Presidente Garizzo, la cui onestà fu sempre riconosciuta da tutti.
Fu dunque una decisione saggia e pratica? Questo può essere… perché, al di la del sentimentalismo, occorreva raggiungere il risultato per il bene della scuola. E poi c’è una motivazione che non viene mai confessata e che avrebbe cento ed una probabilità di essere quella migliore, alla luce degli avvenimenti successivi che vedremo nel capitolo VI: se fosse stata nota ai vertici fascisti la reale situazione finanziaria della Soms, niente e nessuno avrebbe salvato le sue disponibilità finanziarie dal cambio di proprietario, formalmente in prestito provvisorio, ma la cui eventuale restituzione non sarebbe probabilmente mai avvenuta…
Al di là di ogni considerazione, comunque, vediamo come il Presidente Filippo Garizzo riferì il fatto nel direttivo del 12 ottobre 1931 e nell’assemblea dei soci del 26 gennaio 1934.
“Il presidente informa il Consiglio che la nuova aula verrà inaugurata il 28 ottobre 1931. Ricorda ai colleghi come fino dal 1926, abbia fatto cenno che la sala esistente era insufficiente per il regolare funzionamento dei quattro corsi; come, per l’allargamento fatto dal Comune, il luogo di decenza si venisse a trovare in comunicazione diretta colla Scuola; come si sentisse il bisogno di un locale per biciclette. Ricorda le varie visite degli ispettori del Ministero e le loro insistenze perché la scuola, dato l’ottimo programma d’insegnamento e i risultati di esame, venisse sistemata convenientemente.
Fa presente che fino dal 1926, si ottenne dall’allora Camera di Commercio una promessa di 5000 lire per la nuova aula, che il Canapificio promise 3000 lire, che la deputazione Provinciale stanziò 800 lire. Tuttociò ricordato fa osservare che le somme promesse erano di piccola entità in confronto al costo della fabbrica che come preventivo allora era di lire 28.000.
Per arrivare alla possibilità di accingersi all’opera, si pensò di accantonare a detto scopo gli utili degli esercizi, utili che furono possibili per le richieste fatte ad Enti, Istituti ed allo stesso Ministero che per tre anni diede un sussidio speciale. Per ingrossare detto fondo si comperarono anche Cartelle delle Venezie e su una cartella estratta di L. 5000 si realizzò un profitto di lire 1500.
Spiega la ragione perché tanto in Consiglio come nelle assemblee Generali si limitava sempre a dare relazione morale della scuola evitando la parte finanziaria, che se fosse stata palese avrebbe forse intralciato il piano di costruzione.
Comunica che già dall’anno scorso aveva iniziato pratiche col Comune per la costruzione della scuola, alle condizioni che una metà della spesa fosse rifusa dal Comune in tante annualità di lire 500. Il podestà trovandosi il Comune in condizioni di bilancio tutt’altro che liete, non consentiva di fare una deliberazione che la G.P.A. avrebbe respinto, e dichiarava di non poter concorrere con nulla. Informa quindi che nel luglio scorso decise di fare il lavoro dopo aver avuto assicurazione che la popolazione con carriaggi e con opere avrebbe aiutato l’opera; che non ha convocato il Consiglio sperando che le somme a sua disposizione fossero sufficienti e per desiderio di fare gradita sorpresa ai colleghi. (!) Ora che la costruzione è già avanzata, informa che non sa quale sarà il costo, ma che sarà certo superiore al preventivo; come i colleghi hanno potuto vedere fu fatta una costruzione solida, e al preventivo del 1926 furono aggiunte tanti varianti che erano necessarie, e si è creduto di fare una cosa solida e lussuosa, perché essa sia anche definitiva. Se il costo sarà superiore alla disponibilità che ha la scuola, la Società potrà concorrere con la differenza, mentre sarà rifusa graduatamente, e così facendo avrà anzi maggior merito.
I presenti applaudono all’opera del Presidente, e sono unanimi nel dichiarare che la Società possa concorrere con proprio capitale, dal momento che vi è speranza di ricupero e che fu raggiunto lo scopo lodevole. Il presidente domanda se fosse opportuno che la Società in occasione dell’inaugurazione desse un rinfresco ai Soci tutti; i presenti accogliendo la proposta vollero anzi festeggiare l’avvenimento con qualche cosa di più importante di un semplice rinfresco e propongono di dare addirittura a tutti i soci una colazione gratis, col seguente menù: paste asciutte abbondanti, vitello arrosto con contorno di fagioli, formaggio e frutta, pane e litri uno di vino per persona. La colazione verrà tenuta nelle due aule della scuola alle ore 12 del 28 ottobre 1931”.
Simpatico convivio dei Soci della Soms
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