COME ARRIVARE A CROCETTA DEL MONTELLO

Alcune opere esposte

Affresco raffigurante S. Pellegrino, dall'omonimo Oratorio di Ciano del Montello. Simbolo della Mostra "Pellegrini e Ospitalità".

Il I° aprile 1584 alcuni “massari della Pieve de Ciglano” si recarono a Venezia per acquistare questa croce in argento.
Il prezzo fu stabilito in 308 lire e 8 soldi.
Nella parte anteriore della croce, al centro, troneggia il Cristo. Rappresentato senza corona di spine ma con una aureola: è il “Trionfatore”, al modo bizantino.
All’estremità dei quattro bracci figurano il Padre Eterno in atto benedicente verso il Figlio che salva il mondo, la Vergine Addolorata, San Giovanni Battista e la Maddalena, tutti e tre con efficace espressione di dolore.

Nell’altro lato la Vergine Maria con Bimbo in braccio, poggia i piedi sulla testa di un Cherubino.
Si ritiene che la testa del Bambino non sia originale perché non presenta quella finezza di lavorazione che caratterizza invece la figura della Madonna.
Alle estremità dei bracci ci sono le figure a sbalzo dei quattro evangelisti.
Le lamine che rivestono l’ossatura della croce sono lavorate a cesello e ricche di fregi ornamentali.
La croce è sorretta da un nodo particolarmente elegante: costruito a forma di raffinato capitello, si compone di sei nicchie divise tra loro da piccole cariatidi.
Le nicchie accolgono figure di santi in argento fuso e ripassato a cesello.
Il capitello è sormontato da una copertura “a volta” ornata di testine d’angeli e festoni di foglie e frutta.

Il Crocifisso è conservato nell’Oratorio di San Pellegrino in Ciano.
Databile ai primi decenni del 1500, di esso non si conoscono né l’autore né la provenienza. Secondo una tradizione accreditata in Ciano, sarebbe stato tratto dalle acque del Piave in una delle ricorrenti piene.
L’espressività e la cura di particolari anatomici rendono l’opera di indubbio interesse.
Le mani sono opera di un artigiano del paese, applicate probabilmente dopo i danni subiti dalla chiesetta nella prima guerra mondiale.

Fin dai tempi antichi nella Pieve di Ciano era attiva una “Confraternita del Rosario”.
Questa Madonna con Bambino ne rappresentava l’emblema.
L’opera potrebbe essere del secolo XVII ma è difficile risalire alla esatta datazione: le fattezze originarie (certamente più eleganti) sono deturpate da grossolane stratificazioni di vernice con cui la statua è stata ricoperta attraverso i secoli, anche per coprire i segni di incendio confermati da una recente ispezione.
Nella vita della comunità di Ciano, essa rappresenta la continuità di una devozione attraverso i secoli.

Particolare del Crocifisso sell'Oratorio di S. Pellegrino.

Particolare del Crocifisso sell'Oratorio di S. Pellegrino.

Statuette lignee provenienti dalla Certosa del Montello

Le statue con gli stalli del coro furono acquistate per 400 lire dall’Arciprete di Ciano don Antonio Fautario nel 1812, quando la Certosa del Montello, soppressa dalle leggi napoleoniche, venne smantellata pietra dopo pietra.
L’intero complesso è stato attribuito allo scultore Andrea Brustolon (1662-1732) anche se vi è chi le vede come opere giovanili di G.B. Marchiori.
Il coro scomparve durante la prima guerra mondiale mentre le statue, in numero di 22, furono consegnate al Museo Diocesano di Treviso nel 1933 che le collocò all’interno del Seminario Vescovile. Oggi, in via del tutto eccezionale, ne possiamo ammirare cinque, per gentile concessione del Seminario trevigiano.

Pala dell’altare nell’Oratorio
di San Pellegrino in Ciano

Opera giovanile di Lea Antonia, Guglielmina, Maria Garizzo di Crocetta del Montello, il dipinto venne inaugurato nel 1932.
La veduta del Piave col Montello a Ciano divide il dipinto in due scene.
La parte superiore è occupata da una sacra conversazione. La Madonna con Bimbo, affiancata da san Giuseppe, porge a San Pellegrino (protettore delle messi) delle spighe: un esplicito mandato al Santo perché estenda al paese la sua protezione.
Nella parte inferiore le figure dell’Arcangelo Raffaele, del biblico Tobiolo, di S. Antonio da Padova e di S. Anna, Madre di Maria Vergine, sono un voluto richiamo al precedente dipinto che prima del 1915 sovrastava l’artistico altare laterale della chiesa di S. Pellegrino, arredo distrutto durante la grande guerra.

Particolare di Cristo deposto, opera lignea tardo medioevale proveniente dal Feltrino.

 
 

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