Capitolo 6 - Il periodo fascista

 

6.5 Inaugurazione della Casa della Rivoluzione Fascista

 

Un mese di prove di tutte le organizzazioni fasciste, con sfilate di cadenza settimanale precedettero l’inaugurazione della Casa del Fascio o Casa della Rivoluzione Fascista, avvenuta il 7 luglio 1935.

Vi partecipò grande folla di popolo e innumerevoli autorità: il Prefetto, il Podestà, il Federale. Ebbe molti onori il presidente del Canapificio Veneto Borletti, evidentemente grazie alla sua donazione del fabbricato e dell’area in cui era ubicata la Casa della Rivoluzione Fascista, con annessa sala teatrale.  A Senatore Borletti, senatore di nome e di fatto, venne intitolato anche il campo sportivo costruito quasi di fronte alla Casa del Fascio.

Tutti i discorsi celebrativi vennero tenuti dal terrazzo sovrastante l’ingresso del campo sportivo, un saluto poi dalla Casa del Fascio, dalle cui finestre venne ammirata la sfilata di tutte le organizzazioni fasciste; furono visitati oltre alla Casa del Fascio ed il campo sportivo, anche l’asilo, il Canapificio, il tutto con la massima soddisfazione e compiacimento delle autorità presenti in grande numero.

Le varie fasi della lunga cerimonia furono inframezzate da interventi musicali da parte della banda di Crocetta, ma anche di Montebelluna e Valdobbiadene, intervenute per l’occasione. I più noti canti fascisti tennero banco naturalmente, con molti evviva dopo i discorsi, spesso risuonò il triplice saluto al Duce, accompagnato dal rituale “a noi”.

Della Scuola di disegno non si fa cenno, di Garizzo e della Soms nemmeno… né ebbero un ruolo nella festa o fu riservato un momento al suo 25° anno di fondazione. Probabilmente le autorità fasciste non erano rimaste soddisfatte del comportamento tenuto dalla Soms nella vicenda del prestito e in quella dell’iscrizione all’OND, che non era ancora conclusa!

Dopo qualche tempo nell’ottobre 1936 l’OND eleva la quota di iscrizione da 5 a 7 lire; l’OND ha ora tre sezioni, una per frazione, ed una sarà costituita anche a S. Mama.

Per la Soms non è possibile aumentare la quota di iscrizione alla Società per continuare ad iscrivere i suoi soci all’OND, pena la diminuzione delle iscrizioni anche alla Soms stessa. Conseguentemente, quindi, non può più far fronte all’iscrizione automatica dei suoi soci con quell’aumento della quota di iscrizione, però decide in cambio di dare un contributo annuo all’OND a seconda delle disponibilità di cassa.

Ma evidentamente questa è destinata ad essere una “storia infinita” per la Soms ed è evidente che l’insoddisfazione di fondo verso la Società sta raggiungendo livelli di guardia. Nel gennaio del 1937 la Federazione di Treviso insiste perché si iscrivano ancora tutti i soci al Dopolavoro, e prende questo accordo col Vice Presidente: sarà possibile iscrivere ancora i soci con il pagamento della vecchia quota di 4,50 lire, la quale però escluderà tutti i benefici per gli spettacoli pubblici.

Ancora tergiversazioni e poi all’inizio del 1938, la decisione finale: interviene un accordo con la Federazione di Treviso, in base al quale si può fare a meno di iscrivere i soci della Soms all’OND, visto che la maggior parte di essi è provvista della tessera del Dopolavoro Aziendale del Canapificio e quindi passa comunque la linea della concessione, in cambio, di un contributo annuo di 200 lire all’OND.

Sembra la liberazione da un incubo, ma non è ancora finita.

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