Capitolo 5 - La Scuola di Disegno applicato alle Arti e Mestieri
5.4 Il debito della Scuola verso la Soms
Ovvero il credito della Soms verso la Scuola!
Nella seduta del Consiglio direttivo del 6 febbraio 1933 il Presidente Garizzo fa il rendiconto della situazione finanziaria della Soms dopo la costruzione della seconda aula.
“Il presidente ricorda ai colleghi come avvenne la costruzione della nuova aula della Scuola di Disegno, ricorda che la necessità di una nuova aula risale al 1926 dopo l’ampliamento fatto dal Municipio della vecchia aula, e che da allora si cercò di procurare i mezzi per l’attuazione. Ricorda le pratiche svolte cogli Enti finanziatori e collo stesso Ministero per avere i fondi convenienti.
Dal 1926 al 1931 si accantonarono i residui dei bilanci, e le somme messe a disposizione dal Consiglio dell’Economia, dalla Provincia, dal Canapificio, etc. Nella fiducia di un concorso della popolazione delle tre frazioni si diede mano ai lavori che si svilupparono oltre al preventivato poiché si trovò non solo conveniente ma necessario riattare la vecchia aula, pavimentarla a nuovo e così pavimentare la sede Sociale, che trovandosi racchiusa dalle due aule era adibita anche per Direzione della Scuola stessa. Inoltre si dovette pensare ai servizi sanitari per le due aule, con locali spaziosi.
Il complesso dei lavori fu di lire 43.000, senza tener conto della mano d’opera semi gratuita, ma fra la somma spesa e quella a disposizione, restò una differenza di circa 16.000 lire, coperte in via provvisoria parte col fondo della Società ed in parte con un prestito privato. Bisogna ora sistemare tale situazione poiché dalla scuola non si possono ora sperare residui attivi, date le entrate limitate e ridotte, dovute alla contrazione generale prodotta dalla crisi.
Non saranno cessate però le pratiche col Ministero per un sussidio speciale continuativo. Il Presidente propone quindi che la Società abbia a coprire interamente il sospeso di cassa della scuola sotto il titolo: “Prestito per una nuova aula Scuola di disegno, coll’intesa che la restituzione del capitale avvenga a seconda delle disponibilità del bilancio, mentre di anno in anno saranno conteggiati gli interessi in ragione del 5%; e poiché tra le 8200 liquide in oggi vi sono titoli delle Venezie, propone di aspettare la estrazione di maggio, ultimo anno di sorteggio premi, per completare detto prestito. Il Consiglio approva all’unanimità.”
Ma proseguiamo.
Un anno dopo apprendiamo altri particolari sulla vicenda, che sta diventando sempre più difficile da padroneggiare, ma evidentemente, a questo punto, anche Garizzo sente il bisogno di aprirsi all’assemblea e concordare le scelte.
Nell’assemblea del 26 gennaio 1934 il Presidente ritorna sull’argomento, causa la difficile situazione finanziaria venutasi a creare; sono gli effetti della crisi del 1933.
“Egregi Colleghi, nel 1922 il Consiglio d’allora, esaminata la situazione della Scuola di Disegno, che la Società nostra aveva fondato, e considerato lo scarso rendimento di fine anno, la pochezza dei mezzi a disposizione ed il desiderio di non gravare il Bilancio Comunale, mi dava ampio mandato per sistemarla, cercare Enti finanziatori e perfezionare l’insegnamento.
Ebbi la fortuna di assolvere il mandato sorpassando di molto le aspettative di allora, perché da una piccola sala, sprovvista di tutto e senza comodità, siamo arrivati ad avere due magnifiche aule scolastiche, con tutti i servizi che le moderne norme esigono, con mobilio quasi completo, con materiale didattico sufficiente e quel che più conta con dei risultati di profitto così soddisfacenti da essere additata a modello di altre consorelle dai vari Ispettori mandati dal Ministero o dal Consorzio per l’istruzione tecnica.
Ho detto di aver avuto fortuna, perché non credo sarebbe stato sufficiente la mia buona volontà, il continuo interessamento, l’ardore di riuscire, né la valida cooperazione del collega Saccol Ottavio e del defunto Munari Carlo, né l’appoggio ed il consenso dell’Amministrazione Comunale, se non avessi incontrato nei dirigenti la Regia Scuola di Conegliano l’aiuto necessario per trasformare l’insegnamento della Scuola portandolo da teorico a pratico con notevole profitto degli alunni, aiuto che mi fu dato con la massima cordialità e premura e che tuttora non viene meno.
Da un solo insegnante nel 1923 siamo passati nel 1925 a 2 insegnanti, e nel 1926 le poche ore di lezione serale del sabato e quelle della domenica mattina, furono aumentate e furono aggiunte le lezioni di matematica e di cultura nelle sere di lunedì e martedì di ogni settimana.
Quel programma di insegnamento predisposto con amorevole cura dal compianto Prof. Rosinato, continua tuttora; va da sé che la spesa di bilancio che nel 1923 e 1924 si conteneva sulle lire quattromila circa, venne elevata negli anni successivi per compensi indennità esami, premi, ed acquisto materiale didattico sulle lire ottomila.
Attraverso le relazioni che a fine d’anno vi davo sulla situazione della Scuola il Consiglio diede sempre con animo lieto la propria approvazione come pure ne approvavano l’operato i Soci nelle varie assemblee generali. Ma la contrazione finanziaria generale infierì anche sulla Scuola e le difficoltà per pareggiare il bilancio cominciarono coll’esercizio 1931-32 e coll’esercizio in corso si fanno così critiche che la sottopongo al vostro esame per i provvedimenti necessari.
Voi ricordate che per la sistemazione della scuola occorreva la costruzione di una nuova aula e dei vari servizi, che per detta costruzione fino dal 1925 si fecero pratiche per avere dei denari, che le somme promesse dal Canapificio, dal Consiglio Economia, dalla Provincia e quelle dei civanzi di esercizio non erano sufficienti, che il bisogno della costruzione si faceva sempre più imperioso e ne decisi la costruzione fidandomi nel concorso della popolazione e dell’Amministrazione Comunale.
Voi ricordate che per la costruzione totale - aula nuova - fabbricato centrale - servizi sanitari - sistemazione aula vecchia e stanza delle sedute - chiusura esterna – la spesa fu di lire 43.540,60 e di queste solo lire 25.703,25 erano disponibili.
La necessità di fare un lavoro completo furono a voi rese note in consiglio, nelle assemblee dei soci e nella relazione che feci il giorno dell’inaugurazione 28 ottobre 1931 - IX. Il Consiglio ha acconsentito per coprire la differenza di Lire 18.000 circa, di vendere le cartelle delle Venezie accordando così un prestito alla scuola impegnandola di corrispondere il 5% sul capitale e di fare i rimborsi annuali a seconda dei risultati del bilancio.
La difficoltà finanziaria dianzi accennata, la mancata rifusione da parte del Comune dell’importo stufe, dell’impianto nuovo d’illuminazione, e del nuovo cesso per la casa del segretario dovuto costruire per togliere un passaggio che non era conveniente, fa si che il prestito viene ad aumentare anche per l’accumularsi degli interessi, e di qui la proposta prima di sospendere l’annua elargizione alla scuola da parte della Società.
Vi presento lo specchietto seguente
1930
1931
1932
1933
1934
Comune Crocetta
1500
1500
1500
1500
1500
Canapificio Veneto
1000
750
750
750
750
Società Operaia
500
500
500
500
--
Consiglio Economia
3000
3000
2640
1500
750
Provincia
1000
750
750
500
--
Banca Popolare
500
500
500
400
400
Tasse e diversi
1000
800
500
500
500
Ministero
--
--
1000
1000
--
8500
7800
8140
6650
3900
Rileverete le differenze entrate da parte degli Enti finanziatori e le diminuzioni avvenute.
Sulle quote degli alunni non si può contare perché la maggior parte sono esenti per povertà provata o per altre ragioni. Vi basta sapere che quest’anno molti non si presentarono non solamente per la minima tassa fissata, ma per la preoccupazione di dover comperare il necessario.
Mentre per il 1926-27-28 il ministero ha concorso con lire 2000 annue a seguito di relazioni degli Ispettori Ministeriali, col 1929 cessò di dare il contributo perché doveva pensare il Consorzio obbligatorio per l’Istruzione tecnica, il quale pur lodando i risultati ottenuti dalla Scuola, asserì sempre di non aver fondi a disposizione.
Per il normale andamento della scuola, tenendo fermo in tutto il programma di insegnamento del 1926 iniziato dal compianto Prof. Rosinato, calcolati al minimo i bisogni di acquisto di materiale didattico, la spesa annua è di lire 8000, mentre se vi fossero dei margini si potrebbe completare il mobilio della nuova aula e pensare ad accantonamenti per il tanto desiderato reparto di plastica.
Come vedete i contributi dei due anni scorsi del Ministero attraverso il Consorzio furono frutto di relazioni ed insistenze autorevoli, ma coll’esercizio presente la differenza di bilancio preventiva è troppo forte, né trovo speranza che sia sanata straordinariamente.
Di qui la necessità di decisione. La nostra Società ha già dato troppo del proprio capitale, ma d’altra parte è troppo legata alla Scuola, essa è uno dei maggiori scopi della propria esistenza. Io vi proporrei di integrare anche quest’anno la differenza di bilancio; si tratterà di qualche migliaio di lire in aumento del prestito.
Si chiuderà qualche mese prima la scuola se non verrà qualche aiuto e si cercherà di tutto per ridurre al minimo il disavanzo. Io spero che l’aiuto verrà, una domanda al Ministero intendo presentarla col tramite del Segretario Federale che saprà ottenerci un sussidio e non permetterà che si venga ad una dolorosa definitiva chiusura.
Il Consiglio prende atto della suesposta relazione, accoglie la proposta del Presidente, cioè :
di sospendere per quest’anno il sussidio che era solito darsi dalla Società;
di integrare il bilancio annuale della scuola, ove occorre con nuovo prestito e di continuare l’insegnamento fino alla chiusura dell’anno scolastico.
Ringrazia il Presidente di tutto il bene fatto, nutre fiducia che continuerà il suo interessamento, facendo voti che i suoi sforzi verranno coronati da un felice risultato, mentre gli dà pieno mandato di fiducia.
Il Presidente dichiara che come ha sempre fatto, continuerà la sua opera di interessamento, e ringrazia il Consiglio per la fiducia espressagli. Quindi si sciolse la seduta ore 21.”
Sembra opportuno dedicare a questo aspetto ancora qualche riga, perchè appare strano che nonostante l’amore e la dedizione con la quale si porta avanti la causa della scuola, si chieda poi un interesse del 5% annuo sul debito di 18.000 lire, e cioè 900 lire, nient’affatto male, mentre la stessa Soms darà ogni anno, o quasi, un contributo ordinario alla scuola di 400-600 lire. Inoltre se si vuole puntualizzare, la scuola era emanazione della Soms e quindi il fabbricato non sarebbe mai diventato proprietà della scuola.
Pertanto appare improprio il pagamento di un interesse sulla cifra anticipata dalla Società per ultimare l’ampliamento di un fabbricato che praticamente era suo.
Se andiamo oltre, però, la cosa assume anche un certo sapore di beffa, perché la Soms con i suoi soci, ha pagato e lavorato per costruire una seconda aula che poi è diventata proprietà del comune gratuitamente
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