«Fede e libertà. Sono questi gli elementi portanti della vita e dell’opera di Giovannino Guareschi, giornalista e scrittore nel quale la vita e la letteratura si identificavano». Così Giovanni Lugaresi, uno dei massimi studiosi dell’opera letteraria del “papà” di Don Camillo e Peppone.

Lugaresi ripercorre la vita e il lavoro dello scrittore emiliano, sottolineandone, innanzitutto, la coerenza. Una coerenza che lo ha portato, nel 1954 a scontare 409 giorni di carcere a Parma per la condanna per l’affaire De Gasperi (Guareschi fu condannato per diffamazione a mezzo stampa e non per falso. Il 24 e il 31 gennaio 1954 sul settimanale il Candido diretto da Guareschi vennero pubblicate due lettere indirizzate al generale britannico Harold Alexander comandante delle truppe alleate in Italia, risalenti a dieci anni prima a firma di De Gasperi nelle quali quest’ultimo chiedeva il bombardamento di alcuni punti nevralgici di Roma, come l’acquedotto, «per infrangere l’ultima resistenza morale del popolo romano» nei confronti di fascisti e truppe tedesche).