EROI E MITI NELLA GRANDE
GUERRA
Il nostro escursus sulla Prima Guerra Mondiale non finisce
con Baracca.
Il confronto violento tra chi voleva e chi la guerra non la voleva varca
i confini della nostra nazione e arriva in quelle zone che sono state
meta di emigranti. La gente che era stata costretta a lasciare il proprio
paese alla ricerca di lavoro quando apprende che l’Italia ha dichiarato
guerra all’Austria, vuole dare il proprio contributo per quella
che ritengono una «giusta causa». Dalle Americhe arrivano
circa 20.000 emigrati o loro figli, gente umile e generosa. Arriva da
New York anche gente di cultura e del ceto medio. Tra questi un funzionario
interprete a Ellis Island, Fiorello La Guardia, di padre pugliese e
madre triestina e quando gli Stati Uniti entrano in guerra nel 1917,
si arruola nell’American Expeditionary Air Force, diventando comandante
dei piloti statunitensi che si addestreranno a Foggia, per poi operare
nel Veneto alla guida dei bombardieri Caproni. Questi fatti sono narrati
dal film «NOI ERAVAMO» di Leonardo Tiberi che verrà
proiettato venerdì 23 febbraio. Siamo nel Veneto e, in un ospedale
allestito nei pressi di un campo di aviazione, si incontrano due ragazzi
figli di emigrati, giunti come volontari dall’Argentina, una giovane
crocerossina e un pilota di eccezione, Fiorello La Guardia, futuro sindaco
di New York. Ne nasce una storia in un intreccio di duelli aerei, emozioni,
passioni e storie private.
Le serate sono ad ingresso libero come è nello stile della Società
Operaia di Mutuo Soccorso, nell’intento di contribuire al ricordo
di quei seicentomila morti di una guerra assurda ma, proprio per questo,
da non dimenticare.
Tiziano Biasi
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