ANTONIA ARSLAN
Antonia Arslan è nata a Padova e discende da una famiglia di
origine armena. Ha insegnato Letteratura italiana moderna e contemporanea
alla facoltà di Lettere dell’Università di Padova
ed ha pubblicato diversi libri e moltissimi saggi su vari argomenti: da
Buzzati alla letteratura veneta, dalla letteratura popolare alla letteratura
fantastica, a quella femminile.
Si è occupata, tra i primi in Italia, del romanzo popolare e d’appendice,
ricerca da cui è nato Dame, droga e galline. Romanzo popolare e
romanzo di consumo tra ‘800 e ‘900 (Cleup, Padova 1977 e Unicopli,
Milano 1987). In questo testo sono raccolti anche gli articoli di un gruppo
di studenti che avevano seguito con lei seminari sull’argomento.
Il suo interesse si è, poi, rivolto verso la scrittura femminile
italiana. Ha riscoperto alcune autrici venete (si veda Le stanze ritrovate.
Antologia di scrittrici venete dal ‘400 al ‘900, Eidos, Mirano
1991), come Giovanna Zangrandi (Alma Bevilacqua), della quale ha recentemente
ristampato il capolavoro I Brusaz (Il Poligrafo, Padova 2006), ha riproposto
autrici italiane attive tra ‘800 e ‘900, come la grandissima
Neera (Anna Radius Zuccari), Bruno Sperani (Beatrice Speraz), Marchesa
Colombi (Antonietta Torriani Torelli Viollier), Contessa Lara (Evelina
Cattermole Mancini), Vittoria Aganoor. Molti degli articoli e dei saggi
che ha pubblicato sono stati raccolti in Dame, galline e regine. La scrittura
femminile italiana fra '800 e '900 (Guerini, Milano 1998). Ha curato i
carteggi di Neera con Benedetto Croce, Angelo Orvieto, Verga, Capuana,
Marinetti, Pirandello e altri, ed è la responsabile dell’archivio
della scrittrice.
Ha ritrovato le proprie radici e l’Armenia attraverso le poesie
di una delle sue voci più grandi, quella di Daniel Varujan, del
quale ha tradotto Il canto del pane (Guerini, Milano 1992), giunto alla
VI edizione, ed una raccolta di poesie, Mari di grano (Paoline, Milano
1995).
Da allora si è adoperata instancabilmente per dar voce ai martiri
armeni del Metz Yeghèrn (il Grande Male), il genocidio dimenticato
del 1915, che è il primo del XX secolo, promuovendo incontri,
traducendo testi, organizzando mostre, raccogliendo interviste (v. Hushèr
la memoria. Voci italiane di sopravvissuti armeni (con L. Pisanello),
Guerini, Milano 2001) e contribuendo attivamente ad organizzare convegni
internazionali come quello sui Giusti (Si può sempre dire un sì
o un no: i Giusti contro i Genocidi degli Armeni e degli Ebrei, che si
tenne a Padova a fine novembre del 2000).
Ha fondato e dirige l’associazione di ricerca letteraria Casa di
Cristallo, con sede a Padova ed è vicepresidente di Italiarmenia,
associazione che promuove la collaborazione e gli scambi tra le due nazioni
ed indirizza aiuti verso la Repubblica d’Armenia.
Negli ultimi anni fa la spola tra l’Italia e gli Stati Uniti, dove
ha tenuto e tiene conferenze sulla letteratura femminile italiana e sulla
cultura e sulla storia armene. E’ distinguished professor alla Fordham
University di New York.
La Masseria delle Allodole, il suo primo romanzo, edito da Rizzoli nel
2004, è giunto alla 26esima edizione e ha ricevuto oltre una ventina
di premi in Italia fra cui il “Giuseppe Berto opera prima”,
il “Selezione Campiello Giuria dei Letterati”, il “Fenice-Europa”,
il “PEN Club International”, il "Premio Internazionale
di Letteratura Religiosa", il "Premio del librai Città
di Padova", il “Premio Biblioteche di Roma”, il “Premio
Masi per la civiltà veneta”. E’ stato finalista del
Los Angeles Times Book Prize nel 2008. La Masseria delle allodole è
stato tradotto in molte lingue, fra cui svedese, olandese, tedesco, greco,
spagnolo, armeno, inglese, francese, giapponese, turco, inglese (con la
Random House), russo, sloveno, ungherese. E’ in corso la traduzione
in arabo.
Nel marzo 2007 è uscito nelle sale il film dei fratelli Taviani
La masseria delle allodole, liberamente tratto del romanzo, che fu presentato
al festival cinematografico di Berlino. In quell’occasione è
uscita una nuova edizione BUR extra. Il romanzo è ancora nella
classifica dei bestseller dopo sei anni dalla sua prima uscita a stampa.
In questo sconvolgente libro, Antonia Arslan attinge ai ricordi familiari
per raccontare la tragedia di un popolo “mite e fantasticante”,
gli armeni, e la struggente nostalgia per una terra e una felicità
perdute.
La masseria delle allodole è la casa sulle colline dell’Anatolia
dove, nel maggio 1915, all’inizio dello sterminio del popolo armeno
da parte del governo dei Giovani Turchi, fra massacri, morte e disperazione,
tre bambine e un “maschietto-vestito-da-donna” riescono a
sopravvivere. Avviati in deportazione, raggiungono Aleppo grazie alla
dedizione di alcune indomite donne e di un mendicante turco, e alla fine
salperanno per l’Italia, dove li accoglierà lo zio Yerwant,
nonno dell’autrice, “colpevole di essere sopravvissuto”,
perché emigrato giovanissimo.
Nel febbraio 2009 è uscito, sempre con Rizzoli, il nuovo romanzo
La strada di Smirne, che è già arrivato alla settima edizione
(tre nella collana BUR extra). In questo romanzo, che è il seguito
de La masseria delle allodole, ritroviamo i bambini scampati al massacro
e i loro salvatori Ismene, Isacco e Nazim, ed altre intense e commoventi
figure, le cui vicende si intrecciano con quelle dei personaggi che abbiamo
tanto amato. Anche le loro storie e il loro destino ci tengono avvinti
fino alle ultime pagine del libro.
Antonia Arslan da diversi anni collabora con “Il Messaggero di Sant’Antonio”,
e con “Avvenire” (sia con il quotidiano che con il supplemento
mensile “Luoghi dell’infinito”).
Nell’aprile del 2009 Antonia ha affrontato e superato una sfida
importante: una gravissima malattia che ha messo a rischio la sua vita.
L’esperienza drammatica e misteriosa della rianimazione, del coma
indotto e del risveglio, l’hanno trasportata in un luogo fuori del
tempo, nella condizione dove tutto sembra sofferenza e disperazione. Lì
Antonia ha potuto cogliere, invece, una grande ricchezza umana e spirituale,
che si è espressa nell’amore e nell’amicizia dei suoi,
nella solerte professionalità di quanti l’hanno curata ed
accudita, nell’affetto dei numerosi lettori e di tante persone sconosciute;
lì ha potuto sperimentare la forza della comunione nella preghiera.
Ritrovate tutta la sua energia e la sua vivacità, l’autrice
ha ripreso a viaggiare, ad incontrare il suo pubblico e a scrivere, iniziando
- tra l’altro - la stesura del racconto di questa sua incomparabile
e preziosa avventura.
Per parlarci dell'Armenia, della tragedia di un popolo, della storia
e della memoria Antonia
Arslan sarà ospite del Mutuo Soccorso di Crocetta del Montello
nell'ambito delle celebrazioni del centenario della costituzione del sodalizio.
Appuntamento quindi a Crocetta del Montello il 15 giugno 2010
alle ore 20.30 presso la sala Franco
Sartori della S.O.M.S.
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